ARTINVITA – Festival Internazionale degli Abruzzi
DANZA
Giovedì 2 maggio 2024, ore 10.00
Matinée per le scuole
Giovedì 2 maggio 2024, ore 21.00
Il linguaggio vuole scorrere naturalmente.
Vedere mondi diversi nello stesso identico luogo e nello stesso tempo.
L’acqua incrocia le immagini. L’acqua svuota chi guarda in ciò che è guardato.
C’è un vivente che abita l’apparenza e un’apparenza che permette al vivente di esistere e
moltiplicarsi. Dove c’è un corpo, può essercene un altro, molti.
Puoi vedere un oggetto nell’altro, puoi assistere alla nascita di geometrie viventi e all’inversione
degli oggetti e degli esseri.
Riunire dei mondi simultanei in modo del tutto naturale.
Acquitrini è una riflessione, musicale, coreografica, visiva, su luoghi ed ecosistemi al limite tra l’ambiente terrestre e quello acquatico. Ecosistemi sospesi in una propria apparente staticità ma ricchi di vita e movimento. Il luogo di incontro tra acqua e terra è la superficie liminale dove ha luogo il riflesso, uno spazio bucato del linguaggio che riunisce mondi simultanei in modo del tutto naturale. L’acqua è fertile moltiplicatrice di immagini, partecipa al processo generativo delle forme organiche e delle metamorfosi di elementi astratti e geometrici in forme viventi, che si riflettono in un corpo liquido, esteso. L’acqua è contemporaneamente apparenza e materia viva, c’è un vivente che abita l’apparenza e un’apparenza che permette al vivente di esistere e moltiplicarsi. L’acqua incrocia le immagini, interroga la visione e la rigenera aprendo nuovi piani del possibile: puoi vedere a tuo piacimento il fondale immobile o la corrente, la riva o l’infinito, rimanere sulla superficie o sprofondare. Puoi vedere un oggetto nell’altro, puoi assistere alla nascita di geometrie viventi e all’inversione degli oggetti e degli esseri. Acquitrini è una ricerca all’interno del linguaggio, di cui la liquidità è un principio generativo e compositivo. Le immagini di cui l’acqua è la materia hanno l’entità della dissoluzione, hanno la capacità di inter-permeare le forme mantenendole intatte, permettendo ad un linguaggio fluido di attraversare lo spazio e la struttura della composizione. Un flusso continuo, di immagini dissolte, di molecole, di luce, di correnti e di suono dove le cose fluttuano liberamente tra presenza e assenza. Un luogo dove rintracciare la coesistenza di una simultaneità di presenze, dove mantenere lo stesso nel suo rifrangersi in ciò che si rende sempre differente.